Dovrebbe essere un luogo - virtuale - di relax e relazioni amichevoli, ma si può trasformare anche nel veicolo di ansie e arrivare a scatenare attacchi di asma. Proprio per un caso limite di questo tenore, verificatosi in Italia, Facebook è finito sulle pagine di Lancet. In particolare, la prestigiosa rivista scientifica ha pubblicato il report di un caso clinico documentato dallo psichiatra Ferdinando Pellegrino, dell'Unità di salute mentale della Asl di Salerno e da Gennaro D'Amato, primario dell'Unità operativa complessa di pneumologia a indirizzo allergologico dell'ospedale Cardarelli di Napoli. Il protagonista del caso è un ragazzo di 18 anni che, lasciato dalla fidanzatina, ne ha subìto anche l"abbandono virtuale" quando lei lo ha cancellato dal novero degli amici su Facebook. Il ragazzo, spiega il report, ha fatto di tutto per rientrare nella cerchia affettiva della ex sul social network ed riuscito a ottenerne l'amicizia utilizzando un'altra identità; a quel punto, però, visto il profilo "aggiornato" della ragazza, le foto e i suoi nuovi contatti, ha iniziato ad avere crisi respiratorie del tutto simili a quelle provocate dagli attacchi d'asma. Come ha riferito, il giovane ha avuto diversi attacchi e ogni volta mentre era collegato a Facebook. Per capire se il social network fosse veramente la causa diretta delle crisi, i medici lo hanno sottoposto a un test domestico, chiedendogli di calcolare, con un piccolo misuratore del picco di flusso espiratorio, la massima velocità con cui poteva espellere l'aria dai polmoni e vedere se, dopo l'accesso a Facebook, avesse una riduzione del flusso dell' aria. La risposta è arrivata subito: il flusso risultava ridotto del 20%. Anche la controprova è stata rapida: quando i medici hanno consigliato al giovane di non usare Facebook, gli attacchi sono scomparsi. "La comunicazione virtuale - ha spiegato Ferdinando Pellegrino - ricalca la vita di relazione reale, per cui può scatenare le stesse problematiche relative al relazionarsi con gli altri nella nella vita di tutti i giorni". "La relazione temporale con la comparsa dei sintomi - ha detto Gennaro D'Amato - suggerisce che l'accesso a Facebook è stato lo stimolo delle esacerbazioni asmatiche, in cui l'iperventilazione potrebbe aver giocato un ruolo chiave. Altri possibili fattori ambientali e infettivi sono stati esclusi dopo un accurato esame fisico e della sua storia. Questo caso indica che Facebook, e i social network in generale, potrebbero essere una nuova fonte di stress psicologico, rappresentando un fattore scatenante per le esacerbazioni negli asmatici depressi. Considerando l'elevata prevalenza dell'asma, soprattutto tra i giovani - ha concluso D'Amato - il caso ci suggerisce che questo tipo di fattore deve essere considerato nella valutazione delle esacerbazioni asmatiche".
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