All'apertura dell'udienza preliminare del processo sulla morte di Michael Jackson, il pubblico ministero ha dichiarato che il divo del pop era già senza vita quando il suo medico ha chiamato aiuto. «Michael Jackson - ha dichiarato il pm David Walgren - era morto. Prove mostrerebbero che il dottor Conrad Murray avrebbe tentato di nascondere il potente anestetico Propofol prima dell'arrivo dei paramedici». Proprio Murray, medico del cantante, nel procedimento è accusato di omicidio colposo. Accusa, questa, che lui ha sempre mrespinto dichiarandosi non colpevole. L'ASSISTENTE - I procuratori di Los Angeles hanno poi interrogato l'assistente di Jacko, Amir Williams, su una breve conversazione che ebbe con il medico. L'uomo ha riferito che Murray lo chiamò per chiedere aiuto alle guardie del corpo per il cantante che si trovava nella camera da letto. Williams ha riferito anche che Murray gli disse che il cantante aveva avuto «una cattiva reazione» e che era necessario aiuto. Ma il dottore non gli avrebbe chiesto di chiamare il 911. All'udienza si sono presentati anche la madre di Jacko, Katherine, la sorella LaToya e il fratello Jackie. IL COREOGRAFO - In aula è stato sentito anche il coreografo e regista americano Kenny Ortega, l'ultima persona che ha lavorato con Michael Jackson nel suo ultimo sfortunato tour. Ortega ha riferito al giudice che la pop star sembrava indisposta e non in buone condizioni sei giorni prima di morire. L'uomo ha detto che il cantante andò a casa prima dalle prove su suo consiglio. Il coreografo ha precisato che il medico sosteneva che non fosse necessario mandare Jacko a casa perché stava fisicamente ed emotivamente bene.
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