Arrivera' il 29 marzo in tutti i negozi "Vivere o niente" di Vasco Rossi, acquistabile in cd, vinile numerato, iTunes LP, digital album. Un uomo in fuga, e non da ora. Sulla copertina del cd, Vasco e' il fuggitivo, lo sguardo indietro rivolto agli inseguitori. Un attimo dopo scende dalla macchina e le da' fuoco. Con l'esplosione spariscono le tracce e scompare anche lui. La fuga e' ora in avanti. L'artista non sopporta costrizioni, ha bisogno della sua liberta' come dell'aria che respira. Nelle canzoni come nella vita, Vasco sente continuamente l'esigenza di fuggire: dagli stereotipi, dalla grettezza e dalla mediocrita', dalle bugie, dall'ipocrisia, dalla superficialita', dai..posti di blocco mentali. La fuga come mezzo di salvezza e' sempre in agguato. Anche se oggi ha conquistato una maggiore consapevolezza di se' e della realta' e, a maggior ragione, ci ride sopra. "Per forza - dice - "non ci si puo' prendere sul serio, bisogna scherzare un po'..senno' ..". Il film della copertina come metafora di "Vivere o niente", titolo gia' eloquente dell'album: o ti ci butti dentro o la subisci. O la possiedi o ne sei posseduto. E' una questione di scelta personale. Vasco non ha dubbi e canta in "Prendi la strada": Prendi la strada che porta fortuna/ Prendi la via che fa piu' paura/ Prendi le cose cosi'/ La vita e' dura! / Non ti fermare davanti a niente/ Non ascoltare nemmeno la gente/ Non ti distrarre perche'/ La vita e' tua! Non ci sono vie di mezzo per una generazione di sognatori, illusi e disillusi, non c'e' spazio per l'indifferenza, "Eh...gia'", "al diavolo non si vende...si regala!", niente compromessi. Il motore di tutte le sue canzoni, dall'inizio a oggi, e' quella dannata insofferenza, il mal di vivere che l'artista sublima in musica trasformandola in ballate struggenti o in pungente autoironia rock. Anche nelle canzoni d'amore come "Dici che", riesce a metterci quel tocco di humour nell'interpretazione che lo rende "un mascal...un'eccezione"... sa come dire alle donne quello che vogliono sentirsi dire. In questo nuovo lavoro ci sono tutti gli elementi caratteristici di Vasco: la rabbia che 30 anni fa lo ha spinto a fuggire dalla "noia" delle convenzioni, dai confini di provincia troppo stretti, e' la stessa che oggi lo incita a nuove sfide per se stesso. Pronto a rimettersi in gioco ogni giorno per inseguire un nuovo sogno spericolato. L'autoironia, quella sana e consapevole che ieri lo faceva cantare "Vado al massimo, Vado a gonfie vele..." e che oggi gli fa dire: "Eh..gia' / Sembrava la fine del mondo / Ma sono qua / E non c'e' niente che non va / Non c'e' niente da cambiare / Col cuore che batte piu' forte / La vita che va e non va". Pur essendo uno dei suoi lavori piu' spontanei e immediati, va ascoltato con attenzione per la ricchezza di contenuti e di sfumature. Il filo conduttore e' nei testi che parlano sempre di vita. Musicalmente e' variegato, come ai primi tempi: il ritorno del sax, autocitazioni (Vado al massimo..), c'e' addirittura il blues. Ci sono ballate e, naturalmente, i rockettoni che non guastano mai. Guido Elmi lo definisce un album "onnivoro", e "soddisfatto" aggiunge Vasco. L'album contiene 12 brani, 4 piu' del solito (...e ne sta gia' scrivendo altri...), molto diversi uno dall'altro musicalmente. Pezzi di vita, carne ancora colante sudore, scritti di getto. Probabilmente nello scorso tour, in viaggio di notte ancora sotto l'effetto adrenalinico di centomila occhi felici e stralunati. O a Los Angeles nel suo nuovo laboratorio creativo, lo Speak Easy Studio, aperto alla combriccola di amici musicisti americani. Stilisticamente c'e' ancora e sempre Vasco che sperimenta, cerca nella parola la sintesi evocativa o il cortocircuito linguistico per rafforzare un concetto. Le sceglie anche per assecondare la musica. Parole forti, messe ad arte per interpretarle poi con profondita' o con leggerezza. Di alcune canzoni ha scritto anche la musica, altre sono musicalmente nate con la complicita' degli storici Guido Elmi e Tullio Ferro, soprattutto le ballad. La combriccola dei fedeli collaboratori si chiude con Gaetano Curreri e Saverio Grandi, e con Roberto Casini. Immancabili gli arrangiamenti di Celso Valli che qui firma "Dici che" e "L'aquilone". C'e' infine la new entry di Stef Burns, il suo chitarrista americano, autore di "Stammi vicino" che gli ha ispirato un testo d'amore intrigante. L'album inizia con "Vivere non e' facile" che porta la firma di Guido Elmi e Tullio Ferro. Parole apparentemente semplici: "Proprio non bastano / le mie scuse ormai mi annoiano / Io sono qui e vivo come pare a me Oh yeeh Sarebbe tutto semplice / Se avessi almeno un complice / Col quale condividere / Questa avventura inutile...che mi facesse ridere/ Di tutte queste favole...". L'album e' stato registrato tra Bologna (Ods, Open Digital Studio) e Los Angeles (Speak Easy Studio) e vede anche la collaborazione di Saverio Principini. A tre anni dalla pubblicazione de "Il mondo che vorrei" (per oltre un anno e mezzo in classifica) e dopo 48 concerti, un anno di Europe Indoor Tour (2009/2010) nel 2011 Vasco torna negli stadi in giugno. Parte da Venezia, Heineken Jammin Festival l'11 giugno, prosegue per un poker di 4 concerti a Milano San Siro, il 16, 17, 21 e 22 giugno, per Messina stadio S. Filippo per la terza volta in 4 anni, il 26 giugno e chiude a Roma con due serate consecutive i giorni 1 e 2 luglio all'Olimpico.
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