Il senato approva il Ddl Gelmini

L'Aula del Senato ha approvato il ddl Gelmini sulla riforma dell'università. Hanno votato a favore 161, 98 contro e 6 sono stati i voti di astensione. Tra i punti chiave del provvedimento nuove regole per il reclutamento di professori e ricercatori e un unico mandato non rinnovabile di 6 anni per i rettori che, se inadeguati, potranno essere sfiduciati dal Senato accademico. Il Colle: "Decidono governo e camere Sui problemi dell'università il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si limita "ad uno sforzo di analisi, di comprensione e di confronto in termini generali, astenendomi dall'esprimere qualsiasi opinione di merito su scelte legislative che appartengono alle responsabilità del governo e del Parlamento". E' quanto precisa il capo dello Stato rispondendo alla lettera ricevuta da Mattia Sogaro, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari, che, come gli studenti in protesta contro la riforma Gelmini ricevuti ieri al Quirinale, ha chiesto un incontro. I punti della riforma La riforma voluta dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, intende riorganizzare l'università italiana in base a criteri di merito nel reclutamento dei docenti, nei contratti di ricerca alle borse di studio. Inoltre mira a combattere la cosiddetta "parentopoli" nell'assegnazione delle cattedre. Entro sei mesi dall'approvazione della legge, le università dovranno quindi approvare statuti con queste caratteristiche: Codice etico - Ci sarà un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente saranno ridotti i finanziamenti del Ministero. Rettori - Limite massimo complessivo di 6 anni al mandato dei rettori, inclusi quelli già trascorsi prima della riforma. Governance - Distinzione netta di funzioni tra Senato Accademico e Consiglio d'Amministrazione, il primo organo accademico, il secondo di alta amministrazione e programmazione. Il Senato avanzerà proposte di carattere scientifico, ma sarà il Cda ad avere la responsabilità chiara delle assunzioni e delle spese, anche delle sedi distaccate. Il Cda avrà un massimo di tre componenti esterni su 11. Parentopoli - Per partecipare ai concorsi, anche per ricercatori e assegnisti, non si potranno avere parentele fino al quarto grado. Fusione atenei - Gli atenei avranno la possibilità di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e costi inutili. Riduzione facoltà - Riduzione molto forte delle facoltà che potranno essere al massimo 12 per ateneo. Questo per evitare la moltiplicazione di facoltà inutili o non richieste dal mondo del lavoro. Reclutamento -  Il ddl introduce l'abilitazione nazionale come condizione per diventare professori associati o ordinari. L'abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezione bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati. Contratti di ricerca - Il ddl introduce una riforma del reclutamento con un sistema di tenure-track: contratti a tempo determinato di 6 anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ricercatore sarà ritenuto valido dall'ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario terminerà il rapporto con l'università maturando, però dei titoli utili per i concorsi pubblici. Questo provvedimento si rende indispensabile per evitare il fenomeno dei ricercatori a vita e determina situazioni di chiarezza fondate sul merito. Inoltre, il provvedimento abbassa l'età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1.300 euro a 2.100. Secondo un emendamento Fli alla Camera verranno assunti 4.500 ricercatori vincitori di concorso per il posto di professore associato per i tre anni successivi all'approvazione della riforma. Ricercatori in cattedra - Frutto di un emendamento votato alla Camera, la modifica al testo originario stabilisce che "i ricercatori di ruolo siano tenuti a riservare annualmente fino a un massimo di 350 ore per chi è assunto a tempo indeterminato e fino a 200 ore per i tempo determinato a compiti di didattica integrativa e di servizio agli studenti, inclusi orientamento e tutorato, nonché attività di verifica e apprendimento". Gestione finanziaria - Introduzione della contabilità economico-patrimoniale uniforme, secondo criteri nazionali concordati tra Miur e Tesoro. I bilanci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. Commissariamento e tolleranza zero per gli atenei in dissesto finanziario. Valutazione atenei - Le risorse saranno trasferite dal ministero in base alla qualità della ricerca e della didattica. Fine della distribuzione dei fondi a pioggia: vi sarà l'obbligo di accreditamento, quindi di verifica da parte del ministero, di tutti i corsi di laurea e di tutte le sedi distaccate per evitare che si creino insegnamenti e strutture non necessarie e una valutazione dell'efficienza dei risultati conseguiti da parte dell'Anvur. I docenti avranno l'obbligo di certificare la loro presenza a lezione, per evitare che si riproponga senza una soluzione il problema delle assenze dei professori negli atenei. Scatti solo ai migliori - Si rafforzano le misure annunciate nel dm 180 in tema di valutazione dell'attività di ricerca dei docenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi. La manovra estiva aveva cancellato gli scatti stipendiali nella Pubblica amministrazione, proprio quando nell'università venivano introdotti gli scatti per merito. I finiani hanno chiesto la conferma della norma e sono stati trovati i fondi: 18 milioni per il 2011; 50 per il 2012 e per il 2013, da ridistribuire tra gli atenei secondo criteri di merito accademico e scientifico. Assunzione professori associati - L'aula della Camera ha approvato un emendamento della commissione cultura, tra quelli richiesti da Fli, che prevede che delle "risorse previste dalla legge di stabilità per il finanziamento del fondo ordinario delle università, è riservata una quota non superiore a 13 milioni di euro per il 2011, 93 milioni di euro per il 2012 e 173 milioni di euro annui a decorrere dal 2013" per l'assunzione di professori associati. Fondo merito - Delega al governo per riformare organicamente la legge 390/1991, in accordo con le Regioni. Obiettivo: spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi universitari e mobilità. Inoltre sarà costituito un fondo nazionale per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d'onore.
Mobilità personale - Sarà favorita la mobilità all'interno degli atenei, perché un sistema senza mobilità interna non è un sistema moderno e dinamico. Possibilità per chi lavora in università di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

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