Chopin fu un compositore estremamente prolifico, un virtuoso del pianoforte e un insegnante di musica polacco, considerato fin dall’infanzia un prodigio. Intrattenne una relazione con Amantine Aurore Lucile Dupin, nota scrittrice francese che si firmava con lo pseudonimo di George Sand. Chopin era noto, oltre che per il suo talento musicale, anche per la sua fragilità fisica (morì a 39 anni) e psicologica, che si manifestava in una profonda e complessa sensibilità.
Sulla salute psicofisica di Chopin si è detto molto: che fosse affetto da un disturbo bipolare, che soffrisse di depressione, e che avesse avuto episodi di allucinazioni, cosa descritta dal compositore stesso e dalle persone a lui vicine. Un esempio delle allucinazioni di Chopin fu durante un’esibizione privata in Inghilterra nel 1848, quando il compositore, nel bel mezzo della sua Sonata in si bemolle minore, si fermò all’improvviso e lasciò la stanza. L’episodio, raccontato dallo stesso Chopin in una lettera scritta alla figlia di George Sand, vede il compositore in preda ad un’allucinazione in cui una creatura emerge dal suo pianoforte, e lo costringe a lasciare la stanza per riprendersi. “Stavo per suonare la Marcia Funebre quando, improvvisamente, ho visto emergere dalla cassa armonica del mio pianoforte quelle creature maledette che mi sono apparse durante quella lugubre notte al monastero cartusiano. Ho dovuto lasciare per qualche momento per riprendermi, e dopo ho ripreso a suonare senza dire una parola” scrive Chopin.
Chopin non era nuovo ad episodi allucinatori del genere. E’ la stessa George Sand che racconta del viaggio al monastero cartusiano in compagnia di Chopin, durante il quale il compositore vide i “fantasmi e terrori” che fecero nuovamente la loro comparsa durante il concerto privato del 1848. Queste manifestazioni allucinatorie erano spesso interpretate dalla famiglia di Chopin come creazioni della sua mente brillante e sensibile, ma potrebbe esserci molto di più dietro a questi episodi. Come è noto, infatti, le allucinazioni sono spesso un chiaro segnale di uno o più disordini psichiatrici, come la schizofrenia o disturbi dissociativi. Gli episodi allucinatori di Chopin erano brevi e improvvisi. Spesso il compositore assumeva laudano per placare alcuni dolori fisici che lo affliggevano, ma il tipo di allucinazioni descritte da Chopin non sono associabili all’assunzione di laudano, e si manifestavano spesso prima della medicazione. Una ricerca pubblicata su Medical Humanities sembra avere un’ipotesi valida per spiegare le allucinazioni di Chopin: il compositore era probabilmente affetto da epilessia del lobo temporale. Questo tipo di epilessia provoca allucinazioni brevi, frammentarie e stereotipate, descrizione che sembra calzare con gli episodi raccontati da Chopin e dai testimoni dei suoi stati allucinatori.
“Il nostro obiettivo era quello di separare il clichè romanticizzato dalla realtà, per comprendere meglio la sua vita” dice Manuel Vásquez Caruncho, co-autore della ricerca e radiologo dell’ospedale Xeral-Calde spagnolo. Caruncho spera che la sua analisi possa portare ad una comprensione più profonda dei disturbi che affliggevano Chopin. Il radiologo, inoltre, sta conducendo ricerche su altri famosi compositori, come Beethoven, per far luce sulle loro condizioni mediche meno note e studiate.
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